Chi era Francesco Baracca: l’uomo e il pilota
Francesco Baracca, nato a Lugo di Romagna il 9 maggio 1888, è uno dei personaggi più iconici della Prima Guerra Mondiale e il più celebre aviatore italiano del conflitto. Cresciuto in una famiglia benestante, sin da giovane mostrò una spiccata passione per i cavalli e per la vita militare. Entrò nell’Accademia Militare di Modena, dove fu assegnato all’Arma di Cavalleria.
Con lo scoppio del conflitto mondiale e l’avvento dell’aviazione militare, Baracca comprese le potenzialità delle nuove tecnologie belliche. Passò quindi all’Aeronautica, ancora in fase pionieristica, iniziando così il percorso che lo avrebbe consacrato come “asso dei cieli”.
La carriera militare e la nascita del mito
Nel 1915, Baracca entrò a far parte della 91ª Squadriglia Caccia, soprannominata la “Squadriglia degli Assi”. Fu proprio in questo contesto che emerse il suo eccezionale talento come pilota da caccia. Abile, audace e determinato, conquistò ben 34 vittorie aeree ufficiali, diventando l’asso italiano con il maggior numero di abbattimenti durante la Prima Guerra Mondiale.
Il suo stile di combattimento era improntato alla strategia e alla precisione, caratteristiche che gli valsero il rispetto sia dei commilitoni sia degli avversari. Ogni missione rappresentava una combinazione di tecnica e coraggio, elementi che contribuirono alla costruzione del mito di Baracca.

Che aereo pilotava Francesco Baracca?
Durante la sua carriera, Francesco Baracca pilotò diversi modelli di aerei, ma quello a cui è più indissolubilmente legato è lo SPAD S.XIII, un caccia francese molto avanzato per l’epoca. Dotato di una mitragliatrice sincronizzata e capace di raggiungere i 220 km/h, lo SPAD consentiva manovre agili e attacchi rapidi.
Baracca personalizzò il proprio velivolo con un simbolo distintivo: un cavallino rampante nero su sfondo bianco, ispirato allo stemma del suo reggimento di cavalleria. Questo emblema divenne presto il suo marchio di fabbrica e, come vedremo, avrebbe avuto un destino ben più longevo.

La morte di Francesco Baracca e il mito immortale
Il 19 giugno 1918, durante la Battaglia del Solstizio, Francesco Baracca partì per una missione sopra il Montello da cui non fece ritorno. Il suo corpo fu ritrovato giorni dopo nei pressi di Nervesa della Battaglia, accanto ai resti carbonizzati del suo aereo. Le circostanze della sua morte restano in parte avvolte nel mistero: c’è chi parla di un abbattimento da parte della contraerea nemica, chi invece ipotizza un colpo sparato dallo stesso Baracca per evitare la cattura.
Ai suoi funerali, Gabriele D’Annunzio ne celebrò il coraggio con parole solenni, consacrandolo definitivamente come eroe nazionale. La figura di Baracca divenne un simbolo di valore e patriottismo, incarnando lo spirito del combattente moderno.

Il Cavallino Rampante: da simbolo personale a icona Ferrari
Il cavallino rampante sui velivoli
Il cavallino rampante che Baracca dipinse sul suo aereo era un omaggio al 2° Reggimento “Piemonte Reale Cavalleria”, di cui aveva fatto parte. Lo stemma, già utilizzato in ambito militare, simboleggiava forza, eleganza e slancio.
L’incontro con Enzo Ferrari

Nel 1923, Enzo Ferrari, allora giovane pilota, conobbe la madre di Baracca, la contessa Paolina. Fu lei a proporgli di adottare il cavallino rampante come emblema per le sue auto da corsa, con la famosa frase: “Metta il cavallino rampante del mio figliolo sulle sue macchine. Le porterà fortuna.”
Ferrari accettò e lo fece diventare il simbolo ufficiale della Scuderia Ferrari, colorandolo di nero su fondo giallo (colore di Modena). Così il logo di Baracca sopravvisse alla guerra, trasformandosi in uno dei marchi più famosi al mondo.
Museo Francesco Baracca: il luogo della memoria
A Lugo, città natale dell’aviatore, sorge il Museo Francesco Baracca, ospitato nella casa dove nacque. Il museo raccoglie cimeli personali, divise, fotografie, lettere e naturalmente una replica dello SPAD S.XIII con il cavallino rampante.
L’allestimento, curato nei dettagli, accompagna i visitatori in un viaggio emozionante attraverso la vita e le imprese di Baracca, restituendo il ritratto di un uomo prima ancora che di un eroe.

Orari e informazioni per la visita
Il Museo Francesco Baracca è aperto:
- Dal martedì alla domenica: 10:00 – 13:00 / 15:00 – 18:00 (orario estivo)
- Chiuso il lunedì
- Biglietto intero: €4,00
- Ridotto: €2,00 (under 18, over 65, gruppi)
Per informazioni aggiornate: www.comune.lugo.ra.it

Conclusione
Francesco Baracca non è solo un eroe della Prima Guerra Mondiale, ma un simbolo intramontabile del coraggio italiano. Il suo spirito vive ancora oggi, sia nel ricordo storico sia nell’iconografia culturale che ha trovato nel cavallino rampante la sua forma più riconoscibile. Visitare il museo a lui dedicato significa fare un tuffo nella storia, ma anche comprendere quanto la passione e l’ideale possano attraversare i secoli.